venerdì 21 ottobre 2016

Ce l'hai una Radio?

"Ce l'hai una radio?" Si presentò così in un tardo dopocena di una ventina d'anni fa, nella mia mansarda sui tetti di Siena.
Su Radio 2 Roberto Padicini dava voce a Diego Cugia e Jack Folla.

È il mio sms di stasera, che su Facebook più o meno ci si trova tutti.
Su Radio 2, a Pascal, la voce di Matteo Caccia legge uno dei post di questo blog, e si parla d'Appennino, del Bove, e di Shila.

giovedì 7 gennaio 2016

Il Buio

Ho paura del buio. Praticamente da sempre.
Non a caso ho passato una quindicina d'anni ad occuparmi di stelle, in una torre longobarda spersa nel Chianti. 
Il cielo con le stelle è un po' meno buio. Ci s'abitua subito ad accontentarsi dei contorni, delle voci, a fidarsi dei proprio piedi nel camminare, e nelle proprie dita per smontare il telescopio al buio.

È capitato, poi, di far tardi fuori con Shila, e rientrare sulla strada di casa che lei conosce così bene, seguendo il culo bianco di Said. Trovarsi sul prato e trattenerla, quando sente l'erba sotto gli zoccoli e avrebbe voglia di correre. Ché di galoppare ne avrei voglia anche io, sotto la Luna, ma il prezzo potrebbe essere troppo alto.

Da qualche tempo, invece, ho iniziato ad andare a camminare nel buio nel bosco. La lampada frontale è sempre con me, ma rimane spenta il più possibile.
Per mano, inizio a conoscerlo un po' questo bosco sopra Figlinelli, questi sentieri. A riconoscere i fruscii e rumori, a guardare le stelle sopra l'inversione che invade il Valdarno. Come se il quasi-buio facesse ascoltare di più. I suoni del bosco, le nostre voci. 

L'anno nuovo è iniziato nel buio. Dal decollo al mare, a Monterosso. Accendendo la frontale solo per farsi notare dalle auto di passaggio, e poi dopo la mezzanotte, dal mare al decollo. Nel silenzio, nel buio, per mano, per quasi 4 ore, una quindicina di km, e 2 bottiglie di prosecco.

La mattina ci sveglia in decollo, nell'invidia dei volatori del Capodanno. Il primo ad arrivare è Luciano, che sorpresa! C'è quasi mezza toscana a Monterosso, e poi i Liguri, e gli emiliani. È buona per volare, si va tutti fuori a colorare la spiaggia.


lunedì 10 agosto 2015

Casentino!


Saranno più di vent'anni che non tornavo in Casentino...
È un martedì di ferie, di quelli che ti va di andare a volare, che la sera prima hai fatto tardi a festeggiare il compleanno di Luca a sorpresa, di quelli che vai in decollo ed esci subito, all'italiana, per stare insieme agli altri.

La voce di David che dice "dai, andiamo, vieni, hai la quota". Siamo più o meno tutti lì, anche Mirco e Paolo ancora non si sono allontanati. Io come di consueto ho ancora un po' di timore.
Passo esterna alle pale, quasi con l'idea di appoggiarmi per avere margine per atterrare a Cascia, che la volta precedente ad arrivare più bassa delle pale è stata impegnativa tirarsi su.
M'appoggio alle pale, la termica è dolce, mi rilasso, i ragazzi girellano mi aspettano e mi guidano.

È bellissimo, ho la quota, tiene dappertutto. David m'invita a non perdere il contatto col gruppo, si rifà il pieno di quota su Montemignaio, e poi avanti verso Papiano.
Ho passato la consuma, stavolta. Che gioia!  Finalmente il Casentino!

I ragazzi vanno a sinistra... ma dove si va? Evidentemente c'è da mettere un punto a nord.  Li seguo sopra i boschi del Falterona. Li ho visto dal basso, a Dicembre, e adesso dall'alto. Selvatici, densi.
Non ho nemmeno paura. Ho la quota, sopra di me un soffitto di cumuli che non mi fa perdere neppure un po'.

Proseguo coi ragazzi fino a Poppi, poi mi confondo e attraverso la valle. Chissà che avevo nella testa... Non aggancio e cerco un campo accanto alla stazione di Bibbiena. 

I ragazzi proseguono verso il Trasimeno, oltre il Trasimeno. Tornano in treno, insieme, raggianti.
Alla stazione di Figline si fa festa.  
Perchè David ha passato il muro dei 100, e anzi con i suoi 137 ha superato il fratello, ed io ho finalmente i miei primi 50.

lunedì 3 agosto 2015

Siena! e la ricotta

Non è il mio volo, e se mai lo farò non basteranno i miei occhi a descrivere la piazza del campo vista dall'alto. La più bella delle città.

È il volo di Luca, secondo ufficiale dell'equipaggio che sta colorando questa mia estate tra cielo e mare.




Si va alla Sagra della ricotta, a Stribugliano. È la festa del paese, e del club Contronembo che lì vola.
Hanno fatto le cose in grande, i ragazzi. Pass-piloti che con un piccolo contributo fornisce navetta illimitata, recuperi, merenda e cena luculliana.



Paolo e Luca propongono la gita. Gli altri naviganti sono a lavorare, e non si uniranno. 
È da tanto che non vado a Stribugliano ed è l'occasione per me per tornare. Oltre ai contronembini ci sono un po' di piloti toscani che ho voglia di salutare e sono lì dal sabato sera a gozzovigliare. 


Si va in decollo, con la jeep. A rate. Ma tanto la giornata ha ancora da organizzarsi, ed io tutto sommato non mi aspetto molto. Il vento, quando c'è, è angolato. Mi siedo e aspetto. Mai volato bene da queste parti.

Si preparano i biposti. Come vedo Paolo prepararsi, sono pronta anche io, nel punto più ripido del decollo, se mai ci fosse da partire all'italiana. Luca accanto, a fare assistenza. La recente cabala ci dice che se decolliamo insieme facciamo entrambi un bel volo. 

Si esce, quando torna un filo di sole, e aria davanti. Accidenti, sembra che davvero non ci sia niente fuori, poi una sella sul terreno, una piccola gobba, e la termica è lì. Mi ci attacco metro su metro fino a che si organizza. Gli altri mi vedono girare e  non stanno a perder tempo: tutti fuori!

Luca mi passa in due giri, per un po' mi aspetta ma fatico a salire nell'ultimo tratto, e lo vedo andare col vento dietro verso la val d'Orcia. 

Con calma salgo e faccio una scelta diversa. Quando arrivo io il cielo verso la val d'Orcia è tutto azzurro ed ho una strada di cumuli, controvento, verso Cinigiano. Vado lì allora, e poi a Montenero.
Magnifici i colori della mia terra, i borghi arroccati, i campi marroni, verdi, gialli.

Dopo un po' chiama Luca. Come si chiama il posto? dov'è che devo tornare? e mi racconta emozionato d'essere a Siena, d'aver volato su piazza del campo, d'essere stato lì a godersi lo spettacolo senza pensare a niente, giro su giro. D'aver provato poi a rientrare verso casa, verso la val d'Ambra senza riuscirvi. Lo recupero per la strada che va a Montalcino, dove degli australiani lo hanno accompagnato. Chissà come, gentilmente, si è fatto capire.

La sera alla festa non si parla d'altro. Di un Uccellaccio di Pratomagno che si è fatto un fantastico regalo di compleanno per i suoi 40 anni.

lunedì 20 luglio 2015

Naviganti


Una settimana all'Isola d'Elba, in barca a vela.

Densa. Selvatica. Intensa. Salata. Spigolosa.
Il grigio è un colore che non ci appartiene. Il blu del mare, il rosa dell'alba, il mare che passa da azzurro a scuro e c'è un oceano di stelle e di luci che si accendono piano piano.
Il mal di terra quando scendi. Il fruscio del vento sulle vele, e sulle onde.

Vivere diversi giorni gomito a gomito nel niente che è una barchetta di 5 metri è quasi un'esperienza mistica. 
Abbiamo condiviso ed imparato. Luca ha insegnato a pescare, Gabri ci ha resi un equipaggio preparato attento e giocoso.

Mi ha sorpreso, ci ha sorpresi, che in questi giorni non abbiamo mai mai avuto motivo di dissapori, malumori, contrasti. Nemmeno per il caldo o il poco sonno, o l'ultimo goccio di birra.

Magari Gabri e David - fratelli- ci sono abituati. Io e Luca li guardiamo con sorpresa e gioia.
Io con il tetris da fare per sistemare la cambusa, e quelle procedure nautiche che Gabri ti fa provare e ti spiega e tu in un attimo già le sai. Le scotte, le drizze, l'amantiglio, i lazy jack. Questo equipaggio. Il mio equipaggio.

Io selvatica, eppur femmina, in uno spazio angusto dove sarebbe stato più saggio esser maschio.

giovedì 2 luglio 2015

e sale sulla pelle

Ho il mal di terra. Mica pensavo si potesse avere. 
Da una settimana ho le vacanze al mare: le mie otto ore in ufficio e poi si attraversa la strada e di corsa al mare, che ci sono i ragazzi.

Si comincia così, un giovedì pomeriggio. Appuntamento a Cala Moresca.
Robi, sai nuotare vero? Non posso avvicinarmi di più. Menomale ho un po' di fiato, ma 200 mt a dorso non finiscono mai. Porterò le pinne, che è più comodo.
Gabri, Luca, Gipo, Tega, Eli.
Da una settimana casa mia diventa il quartier generale.

La costa vista dal mare è un privilegio. Cullati dall'acqua, accarezzati dal vento. Giusto il tempo di scappare dal lavoro, darsi un appuntamento di fronte a una spiaggia, e già siamo ad aspettare il bagno del tramonto.

Poca, pochissima voglia di salutarsi. Allora resto per cena, e... e se dormissi anche io qui, di fronte alla sterpaia? È luna piena, la notte è calda, la costa accesa e Vega sulla testa.
Il caffè delle 7, e poi il primo bagno del mattino, che c'è da andare a lavorare. 
La scrivania ondeggia leggera.